Emergenza tumori

Dott.ssa Simona Balestra
psicologa, psicoterapeuta


La diagnosi di tumore, da qualche anno a questa parte, è uno degli eventi più stressanti che possa capitare nella vita dei pazienti, ma anche dei loro familiari. La diagnosi di malattia oncologica segna un confine tra un "prima" e un "dopo" e spesso porta a ridefinire valori e priorità, e ad imporre nuovi obiettivi e nuovi compiti.

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Le reazioni che ne conseguono colpiscono i pazienti su più fronti, emotivo, cognitivo, fisico e relazionale. Il paziente e la sua famiglia vengono coinvolti in una sorta di torpore esistenziale che sospende il loro viver quotidiano e li assilla rispetto all'incertezza sulla malattia e alla sua evoluzione, al futuro ed ai progetti in essere. Le risposte possono essere molteplici, i pazienti spesso si sentono sotto choc, confusi comprendono che tutto ciò che hanno costruito fino allora rischia di andare in frantumi, avvertono una sensazione di pericolo.


Le conseguenze a questo primo momento possono essere differenti alcuni negano ciò che sta accadendo altri cercano di rinviare, di chiedere nuove consulenze, alcuni si lanciano nel fatalismo, atri rifiutano le cure.
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In questi casi è importante una corretta comunicazione da parte dei medici come anche il sostegno dei familiari, che aiuteranno il paziente a ritrovare la bussola. Il nuovo focus diventa allora la guarigione e ciò che ne consegue, visite di controllo, operazioni, terapie. Si attiva un'attenzione quasi esasperata a tutti i segnali provenienti dal corpo. A dominare inizialmente è la paura con le sue molteplici sfaccettature, la paura della sofferenza, delle operazioni, delle cure, del non riuscire a tornare più come prima e a vivere le cose come prima, la paura della morte, del futuro e del lasciare i propri cari. Insieme alla paura convivono un senso di impotenza, rabbia e frustrazione, una disperazione, ma anche la negazione e la rinuncia.

È importante però riconoscere quelli che possono essere la razionalità, la speranza, la progettualità, la positività, gli affetti del partner e dei familiari, la positività dei medici.

Durante il cammino, di cui l'esito non è dato conoscere, i pazienti affronteranno diversi cambiamenti, alcuni legati agli stati d'animo altri alle trasformazioni corporee. Gli interventi chirurgici, come per esempio la mastectomia al seno nelle donne, o le cure chemioterapiche riservano delle complicazioni sulla sfera corporea e sul senso identitario . È molto importante tenere in considerazione i nuovi cambiamenti avvenuti e come si possono sentire i pazienti, facilitare la possibilità di non identificarsi con la parte del corpo che non c'è più. Diviene vitale sottolineare che nonostante i cambiamenti la persona nella sua interezza rimane tale, che i progetti e gli obiettivi sono comunque possibili. Lo stesso vale per quegli interventi che vanno ad impattare sulla vista sociale del paziente, il grande sforzo a cui è necessario tendere è di rendere la vita e vivere la vita il meno limitante possibile sulla sfera personale e sociale.

Il senso di un sostegno familiare o psicologico in questi momenti è di aiutare la persona a uscire da uno stato di emergenza carico di dolore, rabbia, disperazione, angoscia, impotenza. Sarà importante impadronirsi nuovamente della propria storia e del proprio destino, i pazienti devono pensare di poter tornare a dirigere loro il timone della propria vita . Attraverso la progettualità è importante ripensare a ciò che è o che sarà possibile fare, superando così il senso di impotenza che per tutto il periodo precedete li ha messi in balia delle onde.